Al centro dello scandalo dossieraggio, le rivelazioni di Pasquale Striano sollevano domande.
Pasquale Striano, figura centrale delle indagini, rompe il silenzio in un dialogo con i giornalisti de La Verità, difendendo la legalità delle sue azioni nonostante ammetta alcune “leggerezze”.
“Non hanno capito nulla dei numeri che hanno dato, ne ho visionate 40mila, non 4mila. Era il mio lavoro,” afferma Striano, insistendo sulla professionalità e l’aderenza agli standard della Procura nazionale antimafia senza necessità di autorizzazioni specifiche per gli accessi.
Il finanziere nega l’esistenza di un diario personale. Si riferisce piuttosto a un documento elettronico di servizio, utile per tracciare il suo lavoro quotidiano e supportare i colleghi. Documento che non sarebbe stato ancora esaminato dalla Procura.
Pasquale Striano al centro delle controversie
Striano affronta anche le accuse sui suoi rapporti con i giornalisti, negando di aver fornito dati patrimoniali o ricevuto “appunti” per la procura di Roma.
Sostiene l’importanza di una collaborazione tra investigatori e giornalisti d’inchiesta, lasciando intendere che dietro le accuse a suo carico si celino interessi maggiori, legati al mondo delle armi e all’attenzione mediatica su argomenti sensibili, forse volutamente deviata dalla scoperta del suo caso.
“Dietro a questa vicenda c’è qualcosa di più grosso,” insinua, implicando connessioni non ancora svelate che coinvolgono alte sfere della politica e dell’industria.
Il cuore dell’inchiesta e le dichiarazioni del ministro Crosetto
L’inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio contro politici, imprenditori e cittadini mantiene alta l’attenzione del panorama politico italiano.
Durante un recente question time al Senato, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha evidenziato la gravità delle prime scoperte investigative, enfatizzando l’uso improprio di migliaia di accessi ai dati per creare dossier.
“Quando questi dossier non servono ad alcuna attività di indagine ma vengono forniti a persone per non so quale utilizzo, il Parlamento deve interrogarsi,” ha dichiarato Crosetto, come riportato da Fanpage.it. Il ministro ha sottolineato l’importanza della trasparenza e del rispetto delle regole democratiche.